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Home / Agricoltura e Biodiversità / Riduzione di effluenti ed inquinanti

Riduzione di effluenti ed inquinanti

La riduzione di effluenti ed inquinanti sarà ottenuta mediante le seguenti strategie:

Utilizzo per la copertura della serra di film plastici innovativi a spessore ridotto.
La proposta avanzata dal progetto è quello dell’utilizzo di film innovativi che oltre all’elevata opacità alle radiazioni infrarosse già descritta (vai alla pagina sulla riduzione del fabbisogno energetico), si caratterizzano per il loro spessore ridotto (100 micron) e per la durata pluriennale (fino a 6 anni). Tali peculiarità consentono di utilizzare meno plastica nel tempo e quindi ridurre i problemi di smaltimento o riciclaggio. Rispetto agli altri film normalmente utilizzati qui l’opacità è ottenuta senza l’aggiunta di additivi chimici (cariche minerali) con conseguente riduzione di inquinanti nell’ambiente.

Utilizzo della tecnica del fuori suolo a ciclo chiuso.
Coltivare con la tecnica del fuori suolo permette di non utilizzare il terreno agrario preservandolo dalla contaminazione dovuta ai fertilizzanti e all’inquinamento a cui si sottopone ogni anno per sterilizzarlo. Spesso, infatti, vengono utilizzati dei gas pesticidi per disinfestare il terreno immettendo tali inquinanti chimici nelle falde. Inoltre, la tecnica colturale del fuori suolo offre la possibilità di effettuare la regolazione precisa dell’irrigazione e della distribuzione di concimi con l’acqua di innaffiamento, ottimizzando l’impiego di prodotti chimici e riducendo sensibilmente la presenza di residui tossici da smaltire a fine ciclo nell’ambiente. A tal fine la serra sarà dotata di un irrigatore di fertilizzanti computerizzato che consentirà, secondo la ricetta programmata, la miscelazione automatica, in un opportuno serbatoio di premiscelazione, di soluzioni fertilizzanti a partire da alcuni componenti di base o soluzioni madre ed una soluzione acida per la regolazione del pH, contenuti in opportuni serbatoi.

Uno specifico software gestirà le ricette di concimazione, consentendo inoltre di programmare liberamente valori di EC, pH, durata dell’irrigazione, ricetta di fertilizzanti e interventi irrigui, in funzione dell’orario, della radiazione luminosa e del drenaggio.

Realizzazione di un impianto all’interno della serra atto alla distribuzione meccanica di entomofagi antagonisti.

ecoserra distributori
Figura 1

Scopo della tecnica è di introdurre in serra insetti ed acari “utili” che predano o parassitizzano gli insetti fitofagi delle piante coltivate, con l’obiettivo di voler contribuire ad una riduzione dell’impatto ambientale che deriva dall’impiego dei pesticidi, anche in ottemperanza a quanto imposto dalle recenti Direttive europee. Per poter raggiungere tale obiettivo, si prevede, pertanto, in una prima fase di progettare una possibile soluzione che si adatti alla struttura della serra considerata e successivamente, passare alla fase di realizzazione dell’impianto. Si tratterebbe di costruire un sistema mobile ancorato alla struttura della serra che consenta di poter applicare i distributori già realizzati e sperimentati presso la Sezione Meccanica del Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agroalimentari e Ambientali (Figura 1).

ecoserra distribuzione
Figura 2

Questi ultimi effettuerebbero la distribuzione di antagonisti naturali dall’alto della serra verso il basso, coprendo uniformemente le piante coltivate e riducendo, nello stesso momento, i tempi necessari per la distribuzione manuale del prodotto (Figura 2). Rispettando la tempestività dell’intervento e le giuste dosi da distribuire, con il sistema proposto, la difesa delle colture allevate in serra risulta ad impatto pressoché nullo sia perché si impiegano prodotti naturali che non provocano inquinamento dei suoli e dell’aria, sia perché l’impianto potrebbe essere alimentato da motori elettrici che non determinano rumori né emissioni nocive per la salute degli addetti. Il sistema di lotta proposto, nonostante sia leggermente più costoso rispetto a quello chimico, è da ritenere come una strategia di medio e lungo periodo, che sarà tanto più efficace quanto più saranno favorite le condizioni di permanenza degli ausiliari all’interno delle catene alimentari dell’agroecosistema.

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