I luoghi prescelti per la realizzazione del progetto sono tutti Siti d’Importanza Comunitaria, definiti tali dalla Comunità Europea per gli habitat naturali, le specie animali e vegetali presenti che contribuiscono al mantenimento della biodiversità, inserendosi all’interno della rete Natura 2000.
La zona si estende dalla Piana di Gela fino a Cava Randello. Nello specifico sono state individuate 4 zone principali in cui la Leopoldia ancora riesce a cresce spontaneamente nonostante le difficoltà e sono di seguito elencate:
Il SIC/ZPS “Biviere e Macconi di Gela” e della ZPS “Torre Manfria, Biviere di Gela, Piana di Gela e area marina antistante”, si estende nella costa meridionale della Sicilia, per una superficie complessiva di 178,4656 km², pari al 3,6 % della superficie totale della rete natura regionale.
La posizione geografica strategica e la morfologia collinare del Golfo di Gela fa da imbuto favorendo l’attraversamento dell’avifauna proveniente dal nord Africa soprattutto nel periodo primaverile. Nel sito sono presenti 71 specie in Allegato I della Direttiva Uccelli 93 uccelli migratori abituali, 12 specie inserite nell’Allegato II della Direttiva Habitat, 38 specie e sottospecie endemiche regionali e italiane; ed infine un complesso di 109 specie inserite nelle Liste Rosse, negli allegati delle Direttive e Convenzioni internazionali, ecc.
La fascia costiera dunale del SIC, lunga circa 10.000 m ospita, nelle aree demaniali, habitat prioritari e la specie target Muscari gussonei (leopoldia).
Le aree dunali, fino agli anni ‘50 coperte da “macchia mediterranea”, sono aggredite dal sistema di colture protette che forma un fronte compatto tra il Lago Biviere ed il mare.
Il cambiamento dell’agricoltura tradizionale verso le forme più intensive della serricoltura ha quasi distrutto il mosaico agrario caratterizzante il paesaggio, causa un depauperamento delle falde idriche, specie quelle legate ai fragili sistemi di zone umide, provoca un inquinamento dei sistemi idrogeologici ed un aumento considerevole dei rifiuti speciali, di sostanze chimiche, diserbanti e anticrittogamici costituendo un serio problema per il biotopo. L’area delle dune risulta in gran parte manomessa da numerosi e diffusi sbancamenti, da lavori di livellamento per insediare attività agricole sotto serra ed è stata rimboschita con specie estranee al territorio;
Nel territorio sono presenti altre attività antropiche ad altissimo impatto visivo ed ambientale (polo industriale, pozzi petroliferi, edilizia abusiva), che coesistono con ambiti di notevole valore storico-archeologico (monumenti ed insediamenti medievali, nonché i resti di molti siti Ellenici e Romani) e produttivo (i seminativi ed i carciofeti della Piana di Gela, i sistemi colturali misti delle colline).
L’area è costituita in prevalenza da spiagge sabbiose che passano ad estese dune litoranee, sono presenti poi zone caratterizzate dalla presenza di impianti forestali a monocultura (inclusi pioppeti o specie esotiche). Il paesaggio che si può osservare in questa zona è composto nella parte Nord dalle ultime case dell’abitato di Scoglitti, inserite tra le dune sabbiose alquanto alterate ormai, residui di quei famosi “Macconi di Cammarana” di cui rimane solo la definizione. Dalla sponda sinistra del fiume Ippari fino all’abitato di Punta Braccetto si trovano invece banchi di serre, dal forte impatto visivo.
Il sito risulta essere molto importante anche per la varietà di animali, soprattutto invertebrati, la cui presenza è legata a quegli ambienti dunali e retrodunali che è possibile trovare solo in poche zone della Sicilia meridionale.
Gli habitat di interesse comunitario presenti all’interno del territorio ed elencati nella Direttiva Habitat sono in totale 12, di cui 1 di interesse prioritario : 2250.
Parte del sito è incluso nel Parco archeologico di Kamarina.
L’area risulta estremamente antropizzata a causa sia della serricoltura che del turismo balneare. I pericoli maggiori per gli habitat di questo SIC sono riferibili alle strade ed alle specie invasive in particolare Fico degli Ottentotti (Carpobrotus edulis) .
(Fonte Piano di Gestione SIC)
Il sito si sviluppa lungo la vallata e le aree prospicienti di Cava Randello, costituita da un ampio fondovalle su cui scorre il torrente Rifriscolaro, a cui fanno capo una rete di canali che hanno reso l’area coltivabile là dove fino al secolo scorso era zona paludosa .
Il contesto paesaggistico circostante è costituito nella parte Nord, dalle infrastrutture e aree a verde dei villaggi turistici; nella parte Sud le aree contigue sono per buona parte interessate da coltivazioni in serra che stanno sostituendo rapidamente le parti rimanenti delle coltivazioni tipiche quali carrubeti , oliveti e seminativi.
Questo SIC risulta estremamente trasformato dall’uomo in quanto all’interno della cava si rinvengono culture estensive a cereali.
Gli habitat di interesse comunitario presenti all’interno del territorio ed elencati nella Direttiva Habitat sono in totale 6, di cui 2 di interesse prioritario (*): 2250 e il 6220.
Sono presenti due specie vegetale di interesse prioritario tra cui la nostra Leopoldia gussonei e Ophrys lunulata e sono riscontrabili numerose altre entità importanti della flora come ad esempio il cisto marino (Cistus monspeliensis), il ciclamino (Cyclamen hederifolium), il lentisco (Pistacia lentiscus), il rosmarino (Rosmarinus officinalis) ecc .
Il Sito è di forte valore geobotanico con aspetti vegetazionali molto rari e quindi difficilmente rintracciabili.
L’area fa parte del Parco Archeologico di Kamarina.
La M. gussonei è abbondante a Passo Marinaro, ma solo entro l’area recintata della necropoli extra moenia dell’abitato di Kamarina.
L’area è ad elevata vulnerabilità per l’eccessiva pressione del pascolo e la destinazione a coltura di sue porzioni, come cosi pure per l’attiva azione antropica.
(Fonte Piano di Gestione SIC)
L’area in esame si trova ai piedi della collina compresa tra l’altopiano ibleo ed i monti Erei; si tratta di un vasto settore sub pianeggiante, definita “Piana di Vittoria”. Il territorio declina dolcemente verso il mare, con ampie forme ondulate risultanti dall’azione erosiva delle acque di ruscellamento superficiale che incidono un substrato costituito da depositi argillosi e sabbiosi. La zona si presenta come una valle larga a fondo piatto con abbondanti depositi alluvionali. La particolare ampiezza della valle in questa zona (compresa tra l’abitato di Vittoria e la foce in C.da Cammarana), ha favorito l’insediamento dell’uomo che ha sfruttato le porzioni laterali e lo stesso alveo in certi casi, nonché le ampie aree intercorrenti tra la terra e i margini del fiume per scopo agricolo, impiantando varietà in passato anche pregiate, poiché prodotte nell’unica zona di orto irriguo esistente fino agli anni 50 – 60. Nella zona prossima alla foce, sono stati realizzati ampi e evidenti argini artificiali per poter evitare esondazioni e poter sfruttare meglio per i fini di cui sopra l’ampia pianura alluvionale a disposizione.
Nell’area corrispondente alla foce infine il corso fluviale si fa strada tra antiche dune oramai quasi scomparse ad opera dell’uomo, fino alla foce che risulta compresa nell’area depressa di C.da Cammarana.
Il sito coincide, per buona parte, con i limiti della Riserva Naturale Orientata Pino d’Aleppo.
In tutto il SIC le attività agricole da qualche centinaio di anni risultano da sempre presenti ed intense (53%). Le coltivazioni più frequenti sono quelle orticole, gli agrumeti, le uve da tavola, i carrubeti e gli oliveti
Le aree interessate dal progetto Life Leopoldia sono demaniali.
Sono presenti due specie prioritarie indicate nel Formulario Standard del sito: Muscari gussonei e Ophrys lunulata. Sono state recentemente reperite 2 nuove stazioni di M. gussonei, n Contrada Brancato-Buffitella (lato destro dell’Ippari, dirittura di Case Buffitella) e Poggio Gerbe. In entrambi i casi una stima basata su estrapolazione da quadrati casuali con lati di 50 cm, circa 800.000 – 1.000.000 di individui.
Sulla sponda destra del fiume Ippari sono presenti diverse aree sabbiose ideali per l’attecchimento della Leopoldia.
(Fonte Piano di Gestione SIC)