Il Ministero dell’Ambiente ha ricevuto dalla Commissione Europea una richiesta di informazioni in merito ad alcuni casi, presenti in tutte le regioni italiane, di presunta violazione della Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE).
La Direttiva prevede l’obbligo di Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) su tutti quei progetti che possono avere conseguenze negative nelle aree della Rete Natura 2000 e che solo in ultima analisi e per casi particolari i progetti si autorizzino prevedendo speciali misure compensative. WWF e Lipu a giugno di quest’anno hanno sollevato la questione con un dossier che raccoglie 37 casi di “cattive opere” ove, secondo le associazioni ambientaliste, la direttiva Habitat è stata disattesa. Da questa segnalazione ne è scaturita una indagine interna agli uffici regionali richiamati dal ministero dell’ambiente.
Fra le 37 opere messe in discussione 8 sono state realizzate in Sicilia e 1 riguarda le aree S.I.C. e Z.P.S. nel territorio di Gela. Villaggi turistici, lidi, gasdotti, cave, aree industriali ecc., queste sono alcune delle maggiori opere sotto inchiesta che sembra siano state autorizzate e realizzate senza Valutazione di Incidenza o con Valutazioni di Incidenza difformi a quanto prescritto dalla Direttiva.
Dall’avvio di questa indagine si è innescato un sistema di verifica che ha portato gli uffici regionali a confrontarsi con i comuni coinvolti. Ad agosto si è tenuta una riunione in cui, su alcuni di questi casi, la regione siciliana ha deciso di prendere precisi impegni, al fine di implementare le azioni di protezione delle aree S.I.C. e Z.P.S. facenti parte della Rete Natura 2000.
Relativamente alle aree della Piana del Signore è stato preso l’impegno di riqualificare le zone umide degradate, ricostruirne di nuove in siti abbandonati, e attuare azioni di monitoraggio sugli scarichi delle acque reflue. Per le zone della fascia costiera, con presenza di sistemi dunali, si è ufficializzato un maggiore impegno verso il progetto Life+ Leopoldia, proseguendo le varie azioni di protezione degli habitat naturali e avviando la riqualificazione del sistema serricolo esistente verso sistemi a fuori suolo. Inoltre le risorse per queste importanti azioni potranno essere trovate nelle opere compensative mai realizzate dalle ditte proprietarie dei progetti autorizzati.
Sembra insomma che a Gela vi siano alcuni dei peggiori casi di infrazione della Direttiva Habitat fra tutti quelli presi in esame in Italia, e che nel caso in cui si avvii la procedura di infrazione il comune possa pagare caro le superficialità degli anni passati.
Gli impegni della Regione sono già delle ammissioni di colpa. Ma fra uffici regionali e comunali non rimane altro che cambiare direzione e, prestando molta più attenzione alle procedure di verifica e valutazione, attuare alcune opere fondamentali rimaste ormai da troppi anni nel cassetto: Piano regolatore Generale, Piani di Gestione delle aree S.I.C., Piano Paesaggistico. Da questi errori la Sicilia ha l’occasione di dimostrare cosa intende veramente fare per tutelare il proprio territorio e le sue risorse naturali fondamentali.